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#2 Cosa non può mancare in casa di un verreziese

Essendo cresciuto in valle d'aosta, ho ereditato dai miei "maestri di vita", quali genitori e professori, quel profondo rispetto per la tradizione che permea un po' tutto quel che riguarda la valle d'aosta.


Tatà
Nelle lunghe giornate invernali d'un tempo, quando i campi erano innevati e le mucche erano già state munte ed accudite, ritrovarsi davanti al proprio tavolo di lavoro a intagliare e lavorare qualsiasi materiale, dalla pietra al legno, era la normalità. Tutti gli oggetti fabbricati d'inverno poi venivano portati alla "foire de saint ours", fiera millenaria dove venivano venduti o scambiati.
La lavorazione del legno ha portato a veri e propri pezzi unici di artigianato, ma anche le cose più semplici e umili hanno mantenuto una loro importanza nel tempo.
Uno di questi oggetti è il tatà, un cavallo giocattolo più o meno elaborato e in differenti materiali.

Al giorno d'oggi girando per le strade non si vedrà nessun bambino tirarlo su e giù per qualche rampa, ma ogni verreziese ne avrà uno a casa, su qualche mensola o sopra la credenza perché si dice che porti bene. 
Tatà in ceramica di casa mia


Nell'immaginario collettivo è talmente radicata questa idea che, al matrimonio di un mio compaesano, come bomboniera si dava un piccolo tatà di legno portachiavi come simbolo di buon augurio.






Grolla dell'amicizia

Un tempo, nelle lunghe notti, quando ci si ritrovava tutti assieme attorno al fuoco, non poteva mancare la grolla dell'amicizia. Una grossa coppa di legno con più beccucci riempita di vino, liquori ed erbe aromatiche, a cui si dava fuoco e si beveva in compagnia passandola di mano in mano accompagnati da qualche canto in allegria.

Se si va a chiedere a un veneto che fare alle cinque con gli amici, senza alcun ripensamento ti risponderà: << Ma quella è l'ora dell'aperitivo>>.
Per noi quella è l'ora della grolla dell'amicizia. Non più riempita di solo vino, si aggiunge anche del caffè; ma dosi ed ingredienti segreti sono gelosamente custoditi in famiglia e guai a rivelarli.
Essendo il paese piccolo tutti conoscono tutti e si trova sempre un buon motivo per festeggiare tra amici.


Grolle di casa mia, di varie dimensioni in base al numero di amici con cui si festeggia






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#18 In cucina

Il tatà ha fattanze differenti in base che debba rappresentare un cavallo, una mucca o uno stambecco, ma ha sempre come filo conduttore il rappresentare un animale allevato in valle d'aosta. In effetti come gioco, prima di ogni altra cosa, il tatà doveva insegnare qualcosa ai più piccoli, ovvero prendersi cura degli animali che davano da vivere con i loro prodotti. Se si prende un tatà a forma di mucca e lo si associa alla cucina la prima cosa che si pensa, se si è veramente valdostani, è la fontina ! Se si passa in valle d'aosta, anche solo per una toccata e fuga, si è obbligati  a fermarsi e prenderne un pezzo perché nulla di quello che si può trovare in giro per il mondo e venduto come """fontina""" non eguaglierà mai il formaggio originale. È incredibilmente duttile ai fornelli e può essere impiegato veramente ovunque, vi lascio qualche ricetta .

#28 Protagonista

Come dice Giovanni Storti in "Chiedimi se sono felice" << Chi sa fare, sa capire>>. Quindi chi meglio di uno scultore di legno esperto di tatà può diventare testimonial di un tatà? Secondo il sottoscritto, nessuno. In valle sono molti gli esperti artigiani ma tra tutti il mio preferito è Enrico Massetto ; una vera e propria rockstar del tatà. Magari facendo uno spot stile Poltrone e sofà per pubblicizzarlo. Piero Massetto nel suo atelier. Se si fa attenzione si notano differenti tatà in fase di creazione Tatà fatto da P. Massetto 

#27 Il museo

Dato che il tatà è un gioco tradizionale farei un museo per i bambini più che per tutti. Un museo dove poter insegnare ai più giovani come farne uno, da dove nasce e come si è evoluto nel tempo in modo da unire la tradizione all'oggi attraverso i più piccoli. Una sezione del museo sarebbe per l'appunto l'atelier dove poterne fare uno. Molto probabilmente non in legno, ma perché no, con i Lego. Un'altra sezione sarebbe dedicata a tutte le varianti dei tatà e come differenti valli secondarie della valle d'aosta ne abbiano sviluppato differenti caratteristiche.