Per poter fare un recap sul tatà bisogna prima parlare di Verrès perché, come un quadro non è mai senza cornice, così l'oggetto ha bisogno del suo contesto. Verrès è un paese umile della Valle d'Aosta, ricco di storia. Di origini romane, o forse precedenti, si è saputo distinguere anche in periodi più recenti, lo si trova nei libri e nelle leggende folcloristiche locali e, in maniera insospettabile, anche nei film dell'ultimo decennio; ma come dissi fin dall'inizio, Verrès è anche profondamente legata alla propria tradizione.
Il tatà entra come protagonista proprio perché uno dei punti fermi della storia valdostana. Di origini semplici, ha però similitudini con giochi provenienti da differenti parti del mondo e da tutte le epoche storiche. Fatto di materiali del luogo e realizzato seguendo differenti stili ha in se ormai differenti significati.
Nella cultura lo si può trovare letteralmente ovunque se si cerca abbastanza attentamente. Bisognerà concedersi qualche licenza in situazioni particolari, difatti non sempre è il tatà a essere protagonista, ma il più generale gioco da tiro. In campi come la filatelia, la musica o la letteratura (sia fumettistica che in prosa) i valdostani non hanno ancora prodotto del materiale sull'umile giocattolo, ma non tutto è perduto. Mus lo ritrae perfettamente nelle sue opere d'arte.
Se si guarda al futuro sarebbe interessante promuoverlo più apertamente, magari rinnovandolo, tenendo però sempre ben presente le sue origini. Tecniche per la sua produzione e la sua forma sono state evolute a più riprese perché anche in un oggetto così semplice vi è dietro del sapere.
Volendo fare della ginnastica mentale e pensare in maniera trasversale si può fare un abbecedario sul tatà o scoprire quale numero è legato ad esso ( se lo si sogna lo si può sempre provare a giocare all'enalotto, chissà) e cercare di capire cosa lo rende tale.
In conclusione il tatà non è semplicemente un gioco, ed è legato a "differenti realtà", di cui solo alcune sono riuscito a collegare. Personalmente lo trovo unico ed è importante farlo conoscere e apprezzare a più persone possibili.
Il tatà entra come protagonista proprio perché uno dei punti fermi della storia valdostana. Di origini semplici, ha però similitudini con giochi provenienti da differenti parti del mondo e da tutte le epoche storiche. Fatto di materiali del luogo e realizzato seguendo differenti stili ha in se ormai differenti significati.
Nella cultura lo si può trovare letteralmente ovunque se si cerca abbastanza attentamente. Bisognerà concedersi qualche licenza in situazioni particolari, difatti non sempre è il tatà a essere protagonista, ma il più generale gioco da tiro. In campi come la filatelia, la musica o la letteratura (sia fumettistica che in prosa) i valdostani non hanno ancora prodotto del materiale sull'umile giocattolo, ma non tutto è perduto. Mus lo ritrae perfettamente nelle sue opere d'arte.
Se si guarda al futuro sarebbe interessante promuoverlo più apertamente, magari rinnovandolo, tenendo però sempre ben presente le sue origini. Tecniche per la sua produzione e la sua forma sono state evolute a più riprese perché anche in un oggetto così semplice vi è dietro del sapere.
Volendo fare della ginnastica mentale e pensare in maniera trasversale si può fare un abbecedario sul tatà o scoprire quale numero è legato ad esso ( se lo si sogna lo si può sempre provare a giocare all'enalotto, chissà) e cercare di capire cosa lo rende tale.
In conclusione il tatà non è semplicemente un gioco, ed è legato a "differenti realtà", di cui solo alcune sono riuscito a collegare. Personalmente lo trovo unico ed è importante farlo conoscere e apprezzare a più persone possibili.
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