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#5 Il miracolo di San Grato

Nel V secolo avanti cristo tutta l'Italia romana era cattolica. Tutta? Non tutta, una regione impervia e isolata resisteva con i suoi culti pagani. Verrès non fece eccezione con il suo tempio dedicato a Marte.
Quando il vescovo Grato ne venne a conoscenza si diresse al tempio ove invocando il signore chiese un intervento divino per riportare il suo gregge sulla retta via. La statua di Marte si infranse ai piedi del santo. Per festeggiare il miracolo l'intera popolazione eresse la cappella di San Grato sul luogo.

La cappella di San Grato 
Il santo in un affresco del duomo di Aosta


É però difficile abbandonare le origini da cui si proviene. I verrezziesi non abbandonarono mai del tutto il culto al dio della guerra; la via dove una volta sorgeva il tempio tutt'ora si chiama "Via Martorey".



In paese tutti gli anziani ricordano con piacere questa storia, soprattutto alla festa di San Grato, il 7 settembre. Purtroppo come molte leggende popolari valdostane osno poche le tracce scritte e molte le versioni raccontate oralmente. La regione  valle d'aosta ha provato a raccogliere le più significative sul proprio sito (https://www.lovevda.it/it/cultura/tradizione/miti-e-leggende-in-valle-d-aosta) e questa leggenda non è di certo passata inosservata.




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#18 In cucina

Il tatà ha fattanze differenti in base che debba rappresentare un cavallo, una mucca o uno stambecco, ma ha sempre come filo conduttore il rappresentare un animale allevato in valle d'aosta. In effetti come gioco, prima di ogni altra cosa, il tatà doveva insegnare qualcosa ai più piccoli, ovvero prendersi cura degli animali che davano da vivere con i loro prodotti. Se si prende un tatà a forma di mucca e lo si associa alla cucina la prima cosa che si pensa, se si è veramente valdostani, è la fontina ! Se si passa in valle d'aosta, anche solo per una toccata e fuga, si è obbligati  a fermarsi e prenderne un pezzo perché nulla di quello che si può trovare in giro per il mondo e venduto come """fontina""" non eguaglierà mai il formaggio originale. È incredibilmente duttile ai fornelli e può essere impiegato veramente ovunque, vi lascio qualche ricetta .

#28 Protagonista

Come dice Giovanni Storti in "Chiedimi se sono felice" << Chi sa fare, sa capire>>. Quindi chi meglio di uno scultore di legno esperto di tatà può diventare testimonial di un tatà? Secondo il sottoscritto, nessuno. In valle sono molti gli esperti artigiani ma tra tutti il mio preferito è Enrico Massetto ; una vera e propria rockstar del tatà. Magari facendo uno spot stile Poltrone e sofà per pubblicizzarlo. Piero Massetto nel suo atelier. Se si fa attenzione si notano differenti tatà in fase di creazione Tatà fatto da P. Massetto 

#27 Il museo

Dato che il tatà è un gioco tradizionale farei un museo per i bambini più che per tutti. Un museo dove poter insegnare ai più giovani come farne uno, da dove nasce e come si è evoluto nel tempo in modo da unire la tradizione all'oggi attraverso i più piccoli. Una sezione del museo sarebbe per l'appunto l'atelier dove poterne fare uno. Molto probabilmente non in legno, ma perché no, con i Lego. Un'altra sezione sarebbe dedicata a tutte le varianti dei tatà e come differenti valli secondarie della valle d'aosta ne abbiano sviluppato differenti caratteristiche.