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#9 Nomi

Il Tatà deve il suo nome al patois, il dialetto francoprovenzale valdostano. Il nome deriva dal suono fanciullesco "taa-ta" usato dai bambini per indicare mucche, muli, cavalli o qualsiasi quadrupede tipico della zona. [1]

Se si vuole capire come si possa chiamare in altre lingue bisogna cercare qualcosa che si avvicini il più possibile a descrivere l'oggetto vero e proprio dato che il nome viene dalla tradizione popolare valdostana e impossibile da tradurre.


Francese : l' animaux-jouets [2]
Inglese : Pull Toy


[1]        fonte:  Jeux et jouets de la tradition populaire valdȏtaine, Pierino Daudry, edito da Région autonome de la vallée d'aoste.

[2]        fonto:  Tatà, pouette, borioule..., a cura di Sandra Barberi e Perino Daudry, Tipografia Valdostana, 2004

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#18 In cucina

Il tatà ha fattanze differenti in base che debba rappresentare un cavallo, una mucca o uno stambecco, ma ha sempre come filo conduttore il rappresentare un animale allevato in valle d'aosta. In effetti come gioco, prima di ogni altra cosa, il tatà doveva insegnare qualcosa ai più piccoli, ovvero prendersi cura degli animali che davano da vivere con i loro prodotti. Se si prende un tatà a forma di mucca e lo si associa alla cucina la prima cosa che si pensa, se si è veramente valdostani, è la fontina ! Se si passa in valle d'aosta, anche solo per una toccata e fuga, si è obbligati  a fermarsi e prenderne un pezzo perché nulla di quello che si può trovare in giro per il mondo e venduto come """fontina""" non eguaglierà mai il formaggio originale. È incredibilmente duttile ai fornelli e può essere impiegato veramente ovunque, vi lascio qualche ricetta .

#28 Protagonista

Come dice Giovanni Storti in "Chiedimi se sono felice" << Chi sa fare, sa capire>>. Quindi chi meglio di uno scultore di legno esperto di tatà può diventare testimonial di un tatà? Secondo il sottoscritto, nessuno. In valle sono molti gli esperti artigiani ma tra tutti il mio preferito è Enrico Massetto ; una vera e propria rockstar del tatà. Magari facendo uno spot stile Poltrone e sofà per pubblicizzarlo. Piero Massetto nel suo atelier. Se si fa attenzione si notano differenti tatà in fase di creazione Tatà fatto da P. Massetto 

#27 Il museo

Dato che il tatà è un gioco tradizionale farei un museo per i bambini più che per tutti. Un museo dove poter insegnare ai più giovani come farne uno, da dove nasce e come si è evoluto nel tempo in modo da unire la tradizione all'oggi attraverso i più piccoli. Una sezione del museo sarebbe per l'appunto l'atelier dove poterne fare uno. Molto probabilmente non in legno, ma perché no, con i Lego. Un'altra sezione sarebbe dedicata a tutte le varianti dei tatà e come differenti valli secondarie della valle d'aosta ne abbiano sviluppato differenti caratteristiche.