In "La brambilla" si può leggere di una delle prime lettere inidirizzate al sindaco Giuseppe Agosti, nel 1906, da parte di un direttore di un cotonificio di Monza dove illustra il progetto ambizioso: " di deviare tutta l'acqua dell'Évançon a qualche km da Isollaz [...] per restituirla sul piano di fronte alla stazione di Verrès. Con tale salto svilupperebbe circa 6000 HP che destinerebbe a un'industria elettro-metallurgica ... " Da "La brambilla", Ezia Bovo e Ezio Alliod, Musumeci editore, 2007; pagina 61 Essendo aspirante ingegnere energetico, leggendo qua e là, l'occhio mi cade facilmente sugli aspetti tecnici delle cose, andando a perdere molta della "magia" che permea le cose. Avendo studiato come imbrigliare i corsi d'acqua e sfruttarli per ottenere energia mi rendo conto di quanto audace fosse il progetto, considerando che a quel tempo , in quel di Verrès vi erano solamente 900 persone e tutte contadini. La manodoper