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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

#4 Leggendo qua e là

In "La brambilla" si può leggere di una delle prime lettere inidirizzate al sindaco Giuseppe Agosti, nel 1906, da parte di un direttore di un cotonificio di Monza dove illustra il progetto ambizioso: " di deviare tutta l'acqua dell'Évançon a qualche km da Isollaz [...] per restituirla sul piano di fronte alla stazione di Verrès. Con tale salto svilupperebbe circa 6000 HP che destinerebbe a un'industria elettro-metallurgica ... " Da "La brambilla", Ezia Bovo e Ezio Alliod, Musumeci editore, 2007; pagina 61 Essendo aspirante ingegnere energetico, leggendo qua e là, l'occhio mi cade facilmente sugli aspetti tecnici delle cose, andando a perdere molta della "magia" che permea le cose. Avendo studiato come imbrigliare i corsi d'acqua e sfruttarli per ottenere energia mi rendo conto di quanto audace fosse il progetto, considerando che a quel tempo , in quel di Verrès vi erano solamente 900 persone e tutte contadini. La manodoper

#5 Il miracolo di San Grato

Nel V secolo avanti cristo tutta l'Italia romana era cattolica. Tutta? Non tutta, una regione impervia e isolata resisteva con i suoi culti pagani. Verrès non fece eccezione con il suo tempio dedicato a Marte. Quando il vescovo Grato ne venne a conoscenza si diresse al tempio ove invocando il signore chiese un intervento divino per riportare il suo gregge sulla retta via. La statua di Marte si infranse ai piedi del santo. Per festeggiare il miracolo l'intera popolazione eresse la cappella di San Grato sul luogo. La cappella di San Grato  Il santo in un affresco del duomo di Aosta É però difficile abbandonare le origini da cui si proviene. I verrezziesi non abbandonarono mai del tutto il culto al dio della guerra; la via dove una volta sorgeva il tempio tutt'ora si chiama "Via Martorey". In paese tutti gli anziani ricordano con piacere questa storia, soprattutto alla festa di San Grato, il 7 settembre. Purtroppo come molte leggende popolari valdo

#3 Brambilla

All'inizio del ventesimo secolo Verrès ha avuto un importantissimo contributo nello sviluppo economico Grazie ad Enrico Brambilla. Imprenditore milanese, acquistò il diritto a sfruttare il fiume Evançon e ,grazie ai 2000 HP prodotti dal fiume, costruì un cotonificio che diede lavoro a circa 900 persone. La storia dell'impresario e il resoconto storico del cotonificio sono raccolti nel libro:   " LA BRAMBILLA Storia di un cotonificio  1911 - 1971 1991" Scritto da Ezia Bovo ed Ezio Alliod, edito da Musumeci Editore nel 1992. Il libro ha avuto talmente successo che ne è stata scritta una versione aggiornata ed arricchita di nuovi fatti. Il nuovo libro, intitolato " La brambilla" è sempre a cura di Ezia Bovo ed Ezio Alliod e pubblicato nel 2007 da Musumeci Editore.

#2 Cosa non può mancare in casa di un verreziese

Essendo cresciuto in valle d'aosta, ho ereditato dai miei "maestri di vita", quali genitori e professori, quel profondo rispetto per la tradizione che permea un po' tutto quel che riguarda la valle d'aosta. Tatà Nelle lunghe giornate invernali d'un tempo, quando i campi erano innevati e le mucche erano già state munte ed accudite, ritrovarsi davanti al proprio tavolo di lavoro a intagliare e lavorare qualsiasi materiale, dalla pietra al legno, era la normalità. Tutti gli oggetti fabbricati d'inverno poi venivano portati alla "foire de saint ours", fiera millenaria dove venivano venduti o scambiati. La lavorazione del legno ha portato a veri e propri pezzi unici di artigianato, ma anche le cose più semplici e umili hanno mantenuto una loro importanza nel tempo. Uno di questi oggetti è il tatà, un cavallo giocattolo più o meno elaborato e in differenti materiali. Al giorno d'oggi girando per le strade non si vedrà nessun bambino ti

#1 Verrès

45°39′59.62″N   7°41′20.8″E Un paesino all'imbocco della val d'ayas. Appena 2000 abitanti, è comunque ricco di storia ed ha un suo fascino se si osserva nel modo giusto, quello che cercherò di fare in questo blog.